Il benessere psicologico attraverso le generazioni: percorsi diversi per un’unica meta
La salute mentale non è una condizione statica, uguale per tutti. È un cammino personale che richiede resilienza, consapevolezza emotiva e capacità di adattarsi. Ogni generazione ha affrontato questa sfida a modo suo, influenzata dal contesto storico e sociale in cui è cresciuta.
Ogni individuo è unico, ma guardare ai tratti comuni delle generazioni ci aiuta a riflettere su noi stessi e trovare nuovi spunti per stare meglio, qualunque sia la nostra età.
Baby Boomer (1946 - 1964)
Cresciuti in un’epoca in cui parlare di fragilità era considerato un tabù, i Boomer tendono a tenere tutto dentro. Per loro, il benessere psicologico si costruisce attorno a valori forti, non sempre “tradizionali”: coraggio, determinazione, tenacia.
Attenzione a: isolamento sociale e difficoltà a chiedere aiuto psicologico.
Cosa fare: coltivare relazioni autentiche, dedicarsi a hobby ed attività extra-lavorative già prima di ritirarsi dal lavoro, valorizzare l’esperienza di vita come fonte di forza e ispirazione.
Generazione X (1965-1980)
"Generazione di mezzo", cresciuta tra vecchi valori e nuove tecnologie, cerca il benessere bilanciando lavoro e vita privata con pragmatismo e creatività.
Attenzione a: trascurare i propri bisogni per soddisfare le aspettative altrui.
Cosa fare: stabilire confini chiari tra lavoro e vita personale, tra i ruoli di genitori e figli. Imparare a dire no e dare priorità a ciò che conta davvero.
Millennial o Generazione Y (1981-1996)
I Millennial hanno rivoluzionato il modo di vivere la psicologia: i primi a vedere la terapia come risorsa per tutti, sfruttano la tecnologia per cercare supporto. Tuttavia, i Millennial pagano spesso il prezzo della "sovraesposizione" sociale.
Attenzione a: ansia da prestazione / perfezione e da confronto costante sui social.
Cosa fare: praticare "digital detox", darsi obiettivi di carriera sostenibili, coltivare interessi offline (sport, arte, meditazione…) per ricaricare le energie.
Generazione Z (1997-2012)
I nativi digitali sono consapevoli e diretti: parlano apertamente di salute mentale e fragilità. Ma vivere in un mondo iperconnesso e incerto può essere emotivamente pesante.
Attenzione a: ansia legata ai grandi problemi globali, come il cambiamento climatico. Rischio di perdere concretezza, presenza “fisica” nelle relazioni.
Cosa fare: dedicare tempo a relazioni offline intense, partecipare a progetti di comunità per sentirsi parte attiva e positiva del cambiamento.
Un messaggio per tutti
Il benessere psicologico è un viaggio fatto di piccoli passi quotidiani. Che si tratti di un caffè con un amico, una passeggiata all’aperto o qualche minuto di respiro consapevole, ogni gesto conta. Non esiste una formula magica, ma ognuno può trovare il proprio equilibrio.
Articolo pubblicato su Farmacisti Preparatori | La rivista della Comunità Scientifica Unifarco | Marzo 2025